La nostra storia
Perché il Gruppo si chiama "Francesca Zicarelli"
Perché il 15 novembre dell'anno 1982 nasceva in Cariati CS una bellissima bambina di nome Francesca. Nove anni dopo, mentre Francesca frequentava la classe quarta elementare presso l'Opera Sociale Madre Isabella De Rosis, alla Contrada Frasso di Rossano, sul finire di quell'anno scolastico, accusò un apparente insignificante disturbo alla tibia della gambetta destra; appartenente a famiglia molto attenta, ricorreva immediatamente alle cure dell'Istituto di Ricerca Scientifica "Giannina Gaslini" in Quarto di Genova.
Ecco come descriveva il breve soggiorno di Francesca la Sig.ra Dr.ssa Nunzia Caliò su "La Voce", a. XI, n. 12, 25 ag. 1996, p. 7, <
Quale incomprensibile e misterioso progetto divino sarà mai questo? Perfino nello sconfortante e terribile dolore i genitori hanno accettato la Sua volontà, perché questo ha insegnato loro Francesca. "Aver conosciuto questa creatura é stata una grazia" ha detto il suo parroco e affezionatissimo amico Don Mimmo Strafaci: chi l'ha conosciuta può confermare ciò. "Angelo di sofferenza" l'ha definita Don Mimmo e in tal modo è apparsa Francesca agli occhi di quanti hanno riscontrato in Lei l'ardente gioia di vivere, sebbene fosse provata dalle sofferenze fisiche. Una ragazza dalle doti eccezionali: intelligente e sensibile, capace di gestire la sua malattia con autonomia e accettazione. Nonostante la sua tenera età, Francesca ha dato conforto ai suoi cari, noncurante delle sue precarie condizioni fisiche; ha dato una lezione di vita persino ai medici del Gaslini, che non l'hanno abbandonata fino all'ultimo suo respiro e nel momento del commiato, che ha rappresentato per loro una sconfitta, hanno detto all'unisono: "Non la dimenticheremo mai". Nel suo ultimo mese di vita, ridotta all'immobilità in una carrozzina fucsia, ha superato brillantemente gli esami di licenza media all'Ospedale Gaslini di Genova lasciando sbigottiti i componenti della Commissione. Francesca non ha mai perso il suo sorriso e la luce intensa dei suoi occhi. I suoi genitori non hanno lasciato nulla di intentato per tenere in vita la loro dolce e amata creatura: ora Francesca, per la cui guarigione abbiamo tanto pregato, da Lassù sarà lei a pregare it Signore affinché i suoi cari possano trovare il conforto e la pace che tanto meritano>>.
Francesca era riflessiva, le piaceva donare, tant'è che un giorno disse che tutti i suoi giochi sarebbero stati distribuiti ai bambini del Gaslini.
Genitori, zii ed amici di famiglia spesso pensavano di fare qualcosa per ricordarLa nella maniera migliore e così in una giornata estiva dell'anno 2005 nacque l'idea di dar vita al Gruppo dei Donatori di Sangue, anche perché negli anni dal 1991 al 1996 purtroppo tante erano state le sacche di sangue e di piastrine che Francesca aveva ricevuto da donatori mai conosciuti, sacche che certamente erano servite per prolungare e privilegiare la qualità della vita.
Fratellini e cuginetti (Alfredo, Gianluigi, Alberto, Livio e Lorena), compagni di scuola ed amici, all'epoca tutti minori, aspettarono di diventare maggiorenni per realizzare uno dei loro sogni dell'infanzia: diventare donatori e lo sono diventati.
La creatività e la fantasia di Francesca unite a profonde e silenziose riflessioni fecero si che Francesca scrivesse delle semplici poesie, se ne riporta qui di seguito una soltanto, tratta dal contesto di un articolo di stampa pubblicato a cura della Sig.ra Dr.ssa Nunzia Caliò ("La Voce" a. XI, n. 17, 15 nov. 1996):
A LEO
"Quando arrivò qui era poco più grande di una mano.
Non avevo mai visto un cucciolo così: mi pareva strano.
Sembrava un peluche; era tutto marrone:
dopo un po' di giorni faceva pensare ad un torrone.
Intanto cresceva e in poche settimane
si potè capire che si trattava di un cane.
In poco tempo pensava a noi come amici
me i miei fratelli tutto ciò rende felici.
Ormai da tre mesi fa parte della nostra famiglia
anche se occupa pressappoco lo spazio di una bottiglia.
Sono sicura che senza di lui non potremmo mai stare
e speriamo che un giorno mai venisse a mancare."
L'11 agosto dell'Anno del Signore 1996, in Genova, tornava alla Casa del Padre la piccola Francesca Zicarelli.
Una cosa che diceva spesso: "da grande diventerò un bravo medico e curerò i bambini del Gaslini".
Una cosa che non ha mai detto: "mi annoio".